Castelnuovo vista Valle del Pavone

Avvicinandosi al borgo dalla strada provinciale che risale sinuosa e delicata, offrendo scorci di un territorio al limite dell’immaginario, dopo aver attraversato il ponte sul fiume Pavone, non si può che restare incantati dal grappolo di case che ci troviamo quasi di fronte. Un aggroviglio di case la cui immagine muta in quel gioco di chiaro-scuri, vuoti e volumi, che si determina al variare della luce che irradia le abitazioni durante il giorno, così da rendere il “grappolo” un’entità vigile in una continua suggestiva dinamicità.

Case che si rincorrono e pare quasi aggrapparsi con forza e vitalità alla pendice del monte, avviluppandolo con un mantello maculato di grigio, come le pietre di cui sono forgiate e da cui traspare tutta l’energia che di questo luogo è l’espressione primaria.

Ovunque intorno all’abitato, un’immensa superficie verde, simbolo di una natura potente che domina con determinazione l’ambiente, fa da cornice al grappolo di case, come a sottolineare e ricordare l’eterno gioco di equilibri che da sempre, in questo territorio, caratterizza il complesso rapporto tra l’uomo e la natura.